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Ricky Bordoni nasce a Sondrio il 25 aprile 1992, nel 2015 decide di trasferisi a Milano, dove poi si iscriverà all'Accademia di belle arti di Brera. Oggi Bordoni vive e lavora fra la sua città adottiva e quella natale.

Il Tempo è forse il mistero più affascinante che l'uomo non sia ancora riuscito a risolvere.

Il progredire della tecnologia ci ha permesso di avere strumenti sempre più accurati nella sua misurazione, tuttavia l'uomo è ben lontano dal comprendere realmente il Tempo, così come le sue implicazioni nella vita di tutti i giorni.

Il mondo della fisica è ormai concorde nell'affermare che il Tempo, per come lo intendiamo quotidianamente, non esista, nonostante ciò esso è un concetto che nella quotidianità dell'uomo è di fondamentale importanza: non possiamo farne a meno, ci necessità per lo svolgimento delle nostre azioni quotidiane e regola la nostra realtà.

Presente, passato e futuro sono per l'uomo qualcosa di imprescindibile, qualcosa che permette di comprendere ciò che accade intorno a noi; chiedersi cosa sia realmente il Tempo e come questo interagisca con noi è di primaria importanza nella comprensione del nostro ruolo nel cosmo.

Ricky Bordoni
Ricky Bordoni

Facendo leva sull'idea kierkegardiana secondo la quale il piacere estetico è principalmente un piacere intellettuale, lo studio e l'approfondimento delle tematiche che si vogliono mettere in luce sono diventate nel corso degli anni la priorità assoluta della ricerca artistica di Bordoni: questo sfocia a livello visivo in opere che presuppongono quindi la contemplazione.

L'opera deve, dunque, essere sviscerata in un contesto prima intellettuale e solamente poi estetico.

Nella produzione dell'artista è riccorrente il tema del dialogo, il quale si interseca perfettamente con i presupposti indicati sopra. Quest'ultimo, il dialogo, caro alla filosofia occidentale, nella produzione di Bordoni prende posto in due differenti visioni: a volte in forme tangibili che, venendo plasmate dall'artista, costituiscono l'opera stessa che dialoga con se stessa, altre volte in forme concettuali, dove è lo spettatore che deve dialogare con l'opera utilizzando i propri sensi.

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